Resoconto parigino by Thomas Mann

autore:Thomas Mann [Mann, Thomas]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788831312776
editore: L'orma editore
pubblicato: 2021-04-13T22:00:00+00:00

Domenica 24. Ricevemmo la visita di un giornalista ungherese con tanto di macchina fotografica; era basso di statura, gentile, ma talmente ostinato che per un pelo non arrivammo tardi alla gare Saint-Lazare, dove alle undici partiva il nostro treno per Sèvres. Eravamo invitati a pranzo da Bertaux che ci accolse alla stazione, salutandoci già da lontano con i suoi allegri occhi neri. Aria di campagna. La sua villa, battezzata La Source, si erge bella e pacifica al centro di un grazioso giardino. Dopo una breve conversazione in salotto, pranzammo con Bertaux, la sua simpatica moglie e Pierre, loro figlio, un giovanotto al contempo sveglio e serio, di educazione impeccabile e con una certa gravità d’animo, che una volta a Monaco si è conquistato l’ammirazione dei nostri figli con la sua capacità di imitare il canto degli uccelli soffiandosi nel pugno: il cuculo, la cincia… Non che questa sia la sua dote principale; infatti, avendo appena passato la maturità, si sta già preparando per l’École normale profondendo quell’impegno ferreo che i giovani francesi devono prodigare con inflessibile disciplina per riuscire a farsi strada all’interno della spietata concorrenza delle loro istituzioni scolastiche e universitarie. Alle borse di studio dell’École normale si candidano annualmente duecento studenti modello da tutta la Francia, ma tra questi motivatissimi geni in erba ne vengono selezionati appena venticinque. E ciò spiega cosa significa essere ed essere stato un normalien. Chi non ha avuto modo di seguire tale percorso sostiene che questa esperienza renda rigidi e ottusi per sempre, producendo una sorta di decesso spirituale, una pace interiore cimiteriale come la formazione dei gesuiti. Eppure, conosco gesuiti di indole assai gioiosa, e confido nel fatto che la diligente allegria del piccolo Pierre non soccomba all’ascetismo e che i suoi talenti non lo portino a rinnegare le piccole dolcezze inutili della vita come il dono di saper imitare il canto del cuculo o della cincia.

Finito il pranzo, arrivarono altri ospiti per il caffè: un uomo corpulento, barbuto e dall’aria intelligente in compagnia del figlio, un giovane francese degno e diligente quanto Pierre, con cui il giovane Bertaux ben presto si ritirò in un’altra stanza. Il barbuto intelligente attaccò bottone: appoggiato alla spalliera della sedia, con ampi gesti e occhi seri che non smetteva di roteare, mi parlava con spirito ed erudizione dei suoi viaggi da funzionario del Ministero degli esteri, viaggi che poi da scrittore aveva saputo far fruttare traendone luminose osservazioni psicologiche. Giungemmo quindi a discorrere di Egitto, della diciottesima dinastia, degli Amenofi e dell’arte di Amarna. Lui ne sapeva molto e io poco. Quante lusinghe racchiude ogni minimo dato specialistico riguardo a una certa materia per chi non la conosce per davvero! Quale soddisfazione infantile gli procura! Fino a Tell el-Amarna ci arrivano quasi tutti, ma chi sa che la nuova residenza di Akhenaton, a sud del Cairo, in realtà si chiamava Chuit-Aton o anche Achet-Aton? Quasi nessuno, quasi solo io. È un sapere da nulla, ma me ne pavoneggio come uno sbruffone. Allo stesso modo una persona

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